Un membro di QS Tedoforo alle Olimpiadi

Nadia Temperini ai Giochi Olimpici Invernali del 2018

Ho conosciuto Nadia Temperini AKA Nadja Talibah in occasione di un Fai Amicizia; ci siamo trovate a parlare della nostra storia personale e mi ha raccontata la sua incredibile esperienza che riporto fedelmente qui, per non farle alcun torto dimenticandone qualche parte, con le sue parole pubblicate su la Rete del Dono ed il settimanale Confidenze.

La mia storia potrebbe sembrare uguale a quella di tante altre donne …

Nel 2012, durante un check-up, mi viene diagnosticato un carcinoma mammario importante, ne seguono quindi più interventi, cicli di chemio e di radioterapia ed a starmi vicina c’era Elena, la mia amica, compagna di università e collega che aveva appena effettuato il mio stesso percorso. Ma Elena, appena termino le mie terapie, si ammala nuovamente e mi lascia; mi sembra che tutto debba finire anche per me perché con lei ho condiviso tutto da quando eravamo poco più che adolescenti, ed invece, a parte i primi giorni di sconforto trovo in me una forza che non immaginavo e decido che devo reagire e continuare a vivere, anche per Elena!

L‘esperienza di Tedoforo ha avuto inizio quando, passeggiando in pausa pranzo tra i grattacieli di Porta Nuova a Milano, Nadia ha casualmente notato un cartellone pubblicitario che selezionava cittadini italiani come tedofori alle olimpiadi invernali in Corea del sud.

Il requisito era aver realizzato un sogno e volerlo condividere. Quello di Nadia era stato superare la malattia e inziare una attività sportiva.

“Una volta ristabilita ho ripreso lentamente a fare attività sportiva e poco alla volta ho iniziato a correre, cosa che oltrettutto non avevo mai preso in considerazione. La corsa mi piace, è un momento tutto mio, dove riesco ad avere governo del mio corpo in completa automomia.
Lo scorso anno questa mia voglia di lottare è stata premiata: sono stata infatti scelta, per la forza di non fermarmi, da uno dei principali sponsor delle Olimpiadi, a partecipare come Tedoforo alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang in Corea del Sud.

Durante il mio tragitto con la Fiaccola Olimpica dovevo tenere un discorso ed io, ovviamente mi sono rivolta a tutte le donne che hanno fatto il mio stesso percorso, ricordando l’importanza di non smettere mai di combattere contro questa malattia perché la vita deve continuare ma ci può riservare belle sorprese anche dopo la diagnosi di un cancro!